Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Introduzione alla sez. "Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922)

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Sturzo, Luigi 21 occorrenze
  • 1923
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 101-131.
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pregiudiziali antiunitarie e antinazionali, che avevano reso impotente la lunga protesta religiosa, che li allontanava dalla vita attiva nello stato liberale del

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quelle per la proporzionale amministrativa (1920), per i contratti agrari (1921), per il latifondo (1922); le oscillazioni parlamentari dalla crisi Nitti

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4. - Esiste pertanto una dottrina politica che si chiama «popolarismo» e dalla quale il partito, come concretizzazione organizzativa, trae la sua

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Lo sforzo di sintesi di tutto questo materiale, elaborato dalla scuola cristiano-sociale, non poteva venire che dall'esperienza viva che i partiti

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costituzionali, si presentava formidabile nel passaggio dalla teoria tradizionale cattolica, al fatto dell'attuazione sul terreno prettamente

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Perciò, per noi, lo stato, in quanto società organizzata politicamente, è diverso dalla società e non si confonde col regime; non vi è quindi uno

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sta nell'equivoco fondamentale suesposto, che trae origine dalla diversa comprensione della parola stato. Questa non può indicare altro che

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basarsi sopra elementi morali, che formano il substrato del diritto. Questo è elaborato dalla dura esperienza dei popoli, come una legge costante di

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, in ciascuno stato non possono mancare i presupposti etici della sua costituzione giuridica, perché derivano dalla legge di natura che è insita

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sue origini; l'etica naturale, anche nell'attenuazione di certi valori morali, è espressa dalla tradizione; lo svolgimento costituzionale degli

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dalla prevalenza di quell'organo che può tradurre in legge il volere, e può trasformare la legge in espressione di forza. Perciò oggi la lotta dei

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intensità della reazione, ovvero dalla negazione dei principî costituzionali e potenzialmente democratici acquisiti in Italia insieme alla nostra unità

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periodo del rivolgimento; che si voglia poi variare la forma del regime costituzionale, non sembra ancora acquisito dalla pubblica opinione. Certo, non

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Non si può assolutamente prescindere dalla forma, cioè dall'organamento istituzionale centrale e periferico e dalla espressione esteriore, ordinata e

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- Più volte, nella critica fatta ai miei discorsi, si assume che io pretenda che la rigenerazione del nostro paese venga dalla riforma schematica ed

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. La civiltà progredita può dividere la Svezia dalla Norvegia, l'Irlanda dall'Inghilterra, può far ritornare a vita la Polonia e la Boemia, non ammette

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interferenze e contatti umani è immenso. Altrimenti il cristianesimo non sarebbe mai uscito dalla Giudea; la scienza non sarebbe divenuta universale

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politica valorizzata dalla evoluzione democratica, non passa ancora i confini della nazione e non si traduce nel gioco internazionale nella reductio

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Il torto dell'Italia unificata fu quello di voler staccare il nostro paese dalla vitalità cattolica, come pensiero vissuto e come indirizzo politico

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appendice (*) (*) Qui si omettono, tranne quelli inseriti nella prima parte.: essi vanno dalla prima affermazione, chiara e sintetica, della posizione

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con lo stato, e di disimpegnarsi dalla reazione conservatrice, tentando di mettersi al disopra dei contrasti economici.

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